Di Raffaele Merlini
Questa storia è poco conosciuta e vale la pena di ricordarla .
Come molti sapranno la costruzione della chiesa Madonna della Marina fu lunga e travagliata .
Incominciata su disegno dall'architetto pontificio Virginio Vespignani nel 1847 ( disegnò anche la fontana di Piazza d'Armi) , buona parte delle risorse economiche reperite furono impegnate per l'acquisto del terreno e del materiale da costruzione ma la cosiddetta "fabbrica della nuova chiesa " si interruppe durante l'unificazione e buona parte di quanto acquistato , già depositato nel piazzale, venne depredato e rivenduto.
Diversi parroci e vescovi si succedettero nella costruzione come il vescovo Nicolai e tutti , soprattutto lui che era stato parroco della chiesa matrice , sapevano della necessità di costituire un nuovo luogo di aggregazione religiosa per la città di San Benedetto .
Si arrivò finalmente al termine dei lavori nel 1908 ma la chiesa era pressoché vuota all'interno : non c'erano altari , il pavimento e addirittura mancavano le campane !
Un imprenditore locale, amico del curato don Federico Sciocchetti , l'architetto Antonio De Santis gli disse :
" Don, una chiesa che si rispetti non può non avere almeno una campana"..
E tanto fece contribuendo con mille lire all'acquisto della prima campana.
Don Federico non se lo fece ripetere due volte e fece arrivare una campana di un quarto di tonnellata dalla famosa fonderia Pasqualini di Montedinove .
Purtroppo la campana non arrivò il giorno dell'inaugurazione della chiesa del 5 aprile 1908 ma suonò allegramente il giorno successivo.
La campana venne battezzata con il nome di Margherita Maria seguendo il rituale romano .
Ecco la benedizione solenne delle campane pronunciata con il proposito di cacciare gli spiriti maligni e proteggere i fedeli cristiani dalle tempeste.
“Fa’ che la fede e la pietà della gente aumentino ogni volta che ascolta il loro scampanio melodioso, e il loro suono allontani tutti gli spiriti maligni; fa’ che il tuono e il fulmine, la grandine e la tempesta siano bandite; fa’ che il potere della tua mano sconfigga i poteri maligni dell’aria, facendoli tremare al suono di questa campana, e fuggire alla vista della santa croce che vi è incisa… quando lo scampanio di questa campana risuonerà tra le nuvole, possa una legione di angeli vegliare sull’assemblea della tua Chiesa, le primizie dei fedeli, e garantisci loro la tua protezione sempiterna nel corpo e nello spirito”.
L'unica condizione che Antonio De Santis pose al curato fu far battezzare la campana con il nome di sua figlia Margherita e avere in chiesa il banco numero 2 .
Tanto fu sottoscritto in due documenti firmati dallo stesso Don Federico Sciocchetti .
Dai racconti di una pronipote sembra che il padre Antonio volle fare questo regalo alla figlia Margherita per il suo diciottesimo compleanno . Margherita De Santis era nata il 4 aprile 1890 e compi gli anni un giorno prima dell'inaugurazione della nuova chiesa .
Per chi volesse sentire il concerto delle Campane della Cattedrale di S.M. della Marina in S.Benedetto del Tronto
https://www.youtube.com/watch?v=J9DqCwj_NNs
Si ringraziano gli eredi della Famiglia De Santis per aver fornito la preziosa documentazione.
I documenti qui proposti :
la prima * foto della Signora Margherita De Santis con il marito Raffaele Andrenelli , figlio del farmacista Gaetano Andrenelli 👇
la seconda * foto di Antonio de Santis con i titolari della fonderia Paqualini di Montedinove 👇
La campana acquistata era priva d'iscrizioni. Era una campana già pronta .
Le due scritture sottoscritte da Don Federico e rilasciata al Sig. Antonio De Santis :
la prima del 20 maggio 1908 in cui si cita il peso della campana di 254 chilogrammi battezzata con il nome di Margherita Maria e il posizionamento di un banco a cura della famiglia e la seconda scrittura 20 aprile 1910 , rilasciata agli eredi dopo la morte di Antonio De Santis, in cui si ribadiva quanto già scritto due anni prima con l'aggiunta dell'importo della donazione di lire mille per l'acquisto della campana da parte di Antonio De Santis e della sua famiglia .
N.B. :
* Le foto originali della signora Margherita e della campana Margherita Maria sono in bianco e nero poi sottoposte a foto ritocco e successiva colorazione .
Approfondimenti a cura dell'Autore R. M. :
Introduzione storica
La Chiesa della Madonna della Marina rappresenta il passaggio simbolico di San Benedetto dal borgo alto alla “Marina moderna”, un fenomeno già ben descritto da Giuseppe Merlini nel Quaderno n. 7 “La Maréne” dell’Archivio Storico Comunale.
Vespignani ne tracciò il progetto nel 1847, ma l’opera subì interruzioni durante il periodo post-unitario. Le cronache parrocchiali e i registri vescovili riportano continue sospensioni dovute alla mancanza di fondi e ai furti di materiale, come ricordato anche nelle carte comunali di fine Ottocento
🔹 Quadro documentario
La fonte più diretta sulla campana “Margherita Maria” è costituita da due scritture private del 1908 e 1910 redatte da don Federico Sciocchetti, parroco dell’epoca, che attestano:
peso della campana: 254 kg;
provenienza: fonderia Pasqualini di Montedinove;
donazione di 1000 lire da parte dell’architetto Antonio De Santis;
diritto al banco n. 2 per la famiglia De Santis.
Il rituale di benedizione segue il Pontificale Romanum (“Benedictio campanae”), riportato integralmente nel tuo testo: un documento rarissimo nella nostra area, poiché pochi esempi di tale formula si conservano nei registri ecclesiastici locali.
🔹 Interpretazione filologica e topografica
La scelta del nome “Margherita Maria” unisce la devozione mariana (Maria) al nome della figlia di De Santis, Margherita, nata il 4 aprile 1890 — un giorno prima dell’inaugurazione della chiesa, 5 aprile 1908 — dando alla campana un valore quasi votivo.
Il gesto dell’architetto esprime perfettamente la logica delle fondazioni cittadine di inizio ’900: la nuova borghesia urbana, legata alla ricostruzione post-unitaria, offriva doni “funzionali” al culto (campane, altari, vetrate) in cambio di un riconoscimento morale e sociale.
🔹 Considerazioni finali
Questo episodio si inserisce nel clima di rinascita religiosa e civile che accompagna la definitiva consacrazione della Marina come centro della città: la chiesa, la campana e la dedicazione a Maria rappresentano il passaggio dalla comunità di pescatori al cuore urbano moderno.
Il collegamento con la fonderia Pasqualini di Montedinove — attiva dal XIX secolo e documentata anche da Merlini nei “Quaderni neri” — conferma l’intreccio tra artigianato marchigiano e committenza religiosa sambenedettese.







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