Di Susanna Faviani
Premessa.
Dopo l’ultimo turno di apertura a Santa Lucia di Ermanna e Tonino che, tra le mille attività che svolgono, sono anche “Angeli custodi di Santa Lucia”, ci aggreghiamo chiacchierando e dopo aver richiuso la tanto “nostra” amata Chiesa di Santa Lucia, affidata nelle aperture al gruppo di volontari denominati “Angeli”, li seguiamo.
Ormai è già scesa la notte o meglio l’imbrunire. Ermanna ci
invita a casa. Entrare nella loro casa è come entrare in un libro di favole.
L’amato gatto Mino fa il sornione
appisolato su una sedie ed Ermanna ci prepara una ristoratrice tisana al
mirtillo, mentre Tonino ci intrattiene con mille racconti di un tempo passato, pieni
di aneddoti e curiosità del “paese alto” di Grottammare, dove entrambi i
coniugi sono nati e vivono.
Siamo in cinque con la sorella di Ermanna, Donatella ed una loro amica e quel tardo pomeriggio si rivela così bello e
fecondo, pieno di proposte, idee , iniziative e sincera amicizia.
Ermanna e Tonino , da “Angeli veterani”, stanno organizzando
la festa di Santa Lucia, il 13 dicembre,
propongono una scaletta, noi ci entusiasmiamo.
Loro amano la musica e cantano e suonano canzoni di un
tempo, come novelli “cantastorie” e sono denominati “I Menestrelli”, molto conosciuti non solo in zona, per i loro canti
e ballate meravigliosi.
Ermanna e Tonino “Angeli custodi di Santa Lucia”.
Dal 2016 a causa del terremoto la Chiesa è
chiusa. Mons. Federico Pompei il
nostro parroco, ha provveduto a ripararla con grandi lavori e ha affidato le
aperture estive ed autunnali dell’edificio ad un gruppo di volontari, che piano
piano si è costituito: “Gli Angeli custodi di Santa Lucia”.
Mentre si chiacchiera chiediamo ad Ermanna circa due dei suoi tre libri all’attivo: il primo edito nel 2020 è “La scuola del castello”, il secondo, nel 2022 “La taverna di Bacco e Venere “, infine il terzo, poetico, del 2024, si intitola: “Fiori di Calicanto”.
Di quest’ultimo avevamo già parlato, come di quei fiorellini gialli che solo d’inverno sbocciano, quasi piccole memorie del passato e dei versi poetici tenerissimi ivi contenuti.
Il libro “La scuola
del castello”. La Scuola del
castello ha festeggiato il 140mo anniversario della fondazione dell’Istituzione Povera Costante Maria di
Grottammare. L’Istituzione nacque da due lasciti testamentari, finalizzati
all’istruzione delle bambine povere, una possibilità alle
generazioni future meno fortunate.
Don Augusto De
Angelis e L’Avvocato Giuseppe Ottaviani furono i protagonisti di tanta
generosità, mirata all’istruzione e alla cultura delle bimbe, piuttosto che
alle ricchezze materiali, certi che – come ci ricorda oggi il presidente
dell’Istituzione Francesco Carminucci
“..La conoscenza è l’unica vera via per
la libertà”. A coadiuvare i due generosi donatori nel progetto ci furono
due donne: Amalia e Margherita, rispettivamente
la moglie e la sorella dell’Avvocato Giuseppe.
“Questa scuola del
Castello – sottolinea l’autrice Ermanna Zarroli – in un’epoca in cui l’istruzione era riservata a pochi e di certo non
alle femmine, ha permesso fin dai tempi delle nostre nonne, di poter
frequentare le prime classi e sconfiggere in parte l’analfabetismo”.
Sono otto le donne che “raccontano”, tramite l’autrice
Ermanna Zarroli – la loro storia, a volte indiretta, come per “Costante Maria” la sorella dell’Avvocato
Giuseppe Ottaviani di nome Margherita,
poi diventata suora con questo nome, che diede il titolo all’Istituzione
povera.
A volte sono racconti diretti o meglio “raccontati” dalle
protagoniste, come per Regina, di
origini abruzzesi, la nonna paterna dell’autrice o per Maria, la nonna materna, che amava così tanto cantare in Chiesa. Si
sussegue poi la storia di Angela, la
madre dell’autrice, anche lei dotata di una voce bellissima, infine è Ermanna,
l’autrice del libro, a ricordare la sua vita da bambina nella “Scuola del
castello”.
Le fa eco Donatella, sua sorella minore, che
racconta le sue vicende di bimba. C’è poi Maria
Rosa, la suocera e Giuseppina
detta affettuosamente “La cucca”, parente e personaggio storico del paese alto,
anche lei con una voce incantevole.
Si intrecciano, più sfumate, storie di altre ex alunne della
scuola del castello. Tra le pieghe delle vicende vi si respira un’Italia in
preda agli orrori delle Guerre, poi la lenta rinascita, la speranza, la
condizione della donna, che non era ai tempi delle migliori e la vedeva legata
rigidamente ai ruoli di “Moglie e madre” e “lavori donneschi”, come ricorda l’autrice
- la povertà ma soprattutto vi si
respira l’amore e il senso dell’autenticità
delle cose.
Una vita, quella del paese alto, fatta di cose semplici, di
pizzette portate in bicicletta da Angela fino alla spiaggia per la merenda
delle figliolette, fatta di giochi tra i vicoli, di ricami nella scuola del
castello, di cui il libro è corredato, ne sono esempio i vari “Imparaticci”,
ossia pezze di lino con prove di ricamo realizzati da bambine di pochi anni con
lettere e numeri.
Ermanna ritorna bambina e dipinge un mondo infantile, il
dispetto della bambola della sorellina nascosta dentro al forno e poi per
sbaglio bruciacchiata, l’amore nel portare a spasso il carrozzino del fratellino,
la gioia di essere la “maggiore” dei suoi amati fratellini. Piano piano la
scuola del castello diventa un prezioso ricordo da serbare nel cuore, con le
suore, nominate ad una ad una, alle loro minestre di ceci e fagioli, al dolce
per la festa di Santa Caterina e Santa
Lucia, la Chiesa tanto amata, adiacente all’abitazione di Ermanna , fa da
cornice a questo piccolo collegio che si prendeva cura delle più piccole e
fragili, valorizzando intelligenze che altrimenti non sarebbero potute
sbocciare, senza istruzione e cura.
Attraverso lo scritto di Ermanna il borgo rivive. Sentiamo lo
schiamazzo dei bambini, fino a giungere agli anni ’70 e vedere Tonino con i
capelli al vento suonare la chitarra e far innamorare l’autrice , fino a
volerlo come compagno di vita, l’insostituibile Tonino Cameli, l’uomo dalle “mani
d’oro” come ama ripetere Ermanna.
Ermanna Zarroli è riuscita a far rivivere i ricordi dell’infanzia,
con uno stile letterario che solo una professoressa di italiano colta e
raffinata sa abilmente usare e ha reso palpitanti e tangibili le memorie che –
dopo la lettura – diventano i nostri ricordi personali, di chi legge,
suscitando emozioni proprie nel cuore di ciascuno. Grazie, Ermanna!
Alcune foto di Ermanna e Tonino "Menestrelli" sono state prese dalla loro pagina Facebook "I Menestrelli".
La prossima volta parleremo del successivo libro di Ermanna Zarroli: “La taverna di Bacco e Venere”, edito nel
2022.














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