La poetica storia della bella Esmeralda
Una vicenda " di paese" rimasta indelebile nella memoria degli anziani e trascritta dal canonico del XIX secolo Giovan Bernardino Mascaretti nelle sue "Memorie Historiche di Grottanmnmare" del 1841 è la vicenda della bella Esmeralda, la "bionda figlia del campanaro" del paese alto del borgo.
Il racconto è ambientato nel XVI secolo a Grottammare alta - che era l'unico centro abitato esistente all'epoca. Purtroppo la cittadina rivierasca era funestata da frequenti incursioni piratesche provenienti sia dalla Turchia, che dall'odierna Croazia.
I "pirati" arrivavano per razziare, rubare, rapinare e anche per reperire "schiave", belle ragazze da vendere nei mercati per gli harem orientali. Così accadde che l' "esotica" Esmeralda, la figlia del campanaro di San Giovanni Battista, esotica in quanto dall'aspetto nordico, bionda, occhi verdi, venne rapita insieme ad un gruppo di ragazze grottammaresi.
Sempre secondo il racconto di Giovan Bernardino Mascaretti, Esmeralda, considerata "di valore" per l'estetica affatto mediterranea della tipologia femminile dell'epoca, venne imbarcata su una nave e portata in Oriente.
Fu venduta nei mercati degli schiavi e andò a finire per la sua particolarità, proprio nell'harem del Sultano.
Sempre secondo il racconto, egli se ne innamorò perdutamente tanto da renderla "favorita" ossia prescelta tra tutte le altre mogli che aveva. Sappiamo infatti che nell'antico Islam, allora come oggi, gli uomini abbienti possono contrarre matrimonio con più donne.
La particolarità fu nel fatto che il Sultano, sinceramente innamorato di Esmeralda, la riporto' a Grottammare dopo qualche anno, perchè lei aveva nostalgia di rivedere l'anziano padre, non avendo più la mamma e avrebbe voluto rivederlo e riabbracciare per l'ultima volta.
Così avvenne che Esmeralda ritornò al borgo col suo sposo, volle conoscere il suocero e quando arrivò il momento della partenza, avendo visto l'affetto col quale tutto il paese aveva accolto la giovane, il Sultano lasciò libera Esmeralda di scegliere se ripartire con lui o se restare a Grottammare.
Il Mascaretti è più asciutto nel racconto, ma gli anziani narravano, forse anche - anzi sicuramente favoleggiando - che il Sultano col suo seguito, scese sulla spiaggia e risalì sulla nave, ormeggiata al porto e restò in attesa fino a mezzogiorno, pronto a ripartire se Esmeralda non fosse tornata da lui.
Ma proprio mentre la campana di mezzogiorno rintoccava , ecco giungere a passo svelto Esmeralda fino a riva, accompagnata dal padre e da tutti i paesani commossi e piangendo..un ultimo abbraccio al padre e dalle persone di quella piccola amata comunità e fare subito cenno al marito col braccio.
Lui si fece subito calare su una scialuppa e commosso venne a riprendere la sua amata ed entrambi salirono sulla nave per ritornare alla volta dell'Oriente.
Questo poetico racconto ci narra di un amore nato in un modo ingiusto, ma poi trasformato in un sentimento grande e sincero. Non si saprà più nulla di Esmeralda e i vecchi dicevano che la videro per l'ultima volta allontanarsi sulla nave... tra la commozione di chi restava, abbracciata al Sultano, fino a sparire all'orizzonte.
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