Terza parte dello studio sull’antico porto di Grottammre, l’antica Chiesa di San Nicola in mezzo al mare e il faro
Terza parte dello studio sull’antico porto di Grottammare, l’antica Chiesa di San Nicola in mezzo al mare e il faro
Di Carminio Spinucci
Il porto di Grottammare nelle carte nautiche medievali.
Alla fine del XIII secolo
comparvero in Italia le carte nautiche, le quali, rispetto ai precedenti
mappamondi, segnarono un trionfo della rappresentazione geografica; ancora oggi
esse ci stupiscono soprattutto per la precisione del disegno delle coste. Tra
le più antiche ed importanti carte, ricordiamo quella Pisana della fine del ’200,
la più antica; la cosiddetta carta nautica di Cortona dei primissimi anni del
XIV secolo; quelle del genovese Pietro Vesconte, realizzate tra il
1311 e il 1320; quella di
Angelino Dalorto del 1325, fra le più perfette carte nautiche del medioevo;
quella del catalano Angelino Dulcert del 1339 (forse sempre del Dalorto);
quella del genovese Battista Beccario del 1435; quelle dell’anconetano Grazioso
Benincasa, realizzate tra il 1461 e il 1482; quella del greco Giovanni Xenodocos
da Corfù del 1520; quella del catalano Bartolomeo Olives del 1584. In tutte
queste carte, esclusa la prima, il porto di Grottammare vi è sempre segnalato
in nero: “le Grote, le Grotte”; Fermo (Porto San Giorgio) è invece indicato su
tutte le carte con caratteri rossi. Sul tratto di costa compreso tra i fiumi
Tenna e Tronto, spesso sono segnalati (in nero) anche la foce-approdo di quest’ultimo
(Porto di Ascoli) e lo scalo di
Torre di Palme, mentre San
Benedetto compare solo nelle carte di più recente produzione (Benincasa, Xenodocos,
ecc.). Non possiamo fare a meno di sottolineare l’assenza di Marano, di Sant’Andrea
e di Boccabianca da tutte le carte nautiche prese in esame.
La chiesa di San Nicola sullo scoglio. Descritta dal Mascaretti, egli scrive nel 1863: “... La superficie superiore (del sasso di San Nicola) era irregolare e sinuosa ed aveva una costruzione quadrilatera in pietra rozza cementata con calce e breccia fina a forma di fondamento o zoccolo. Sopra di questo spiccavasi un muro più stretto di mattoni, la cui parte esteriore era di filari di ciottoli tagliati a prospettiva piana, alternati a file di mattoni; e anche questo muro era col cemento di calce e brecciolina. Di esso però ne rimanevano piccole tracce all’intorno, e solo al lato di tramontana si elevava a notevole altezza, conservatovi forse dalle sovrappostavi costruzione di più recente opera a mattone, legato a impasto di calce e arena, così fragile però che nella demolizione andò tuta in frantumi ...”; l’autore riferisce inoltre che vi furono dissotterrate delle ossa umane.
Constatiamo così che agli inizi della seconda metà dell’Ottocento, pur se rimaneva ben poco dell’edificio, vi erano sufficienti rovine per determinare le dimensioni, le forme, il tipo di materiali impiegati e forse anche l’epoca. Ma quando venne costruita la chiesa di San Nicola? Sempre secondo il Mascaretti “... la qualità del murato della chiesa, per esser conforme a quella delle mura dell’antico castello, rimontano intorno al mille ...”, inoltre egli conferma che esistevano avanzi più recenti riconoscibili nell’opera a mattone; forse l’edificio aveva avuto un intervento di restauro? Non possiamo dirlo poiché attualmente non abbiamo nessun documento in proposito. La più antica fonte storica che nomina una chiesa di San Nicola a Grottammare regolarmente officiata è il “Registro delle Decime” dell’anno 1290-1292: “...item a domino Iacobo cappellano ecclesie Sancti Nicolay de Gruptis ad Mare X sol. II den.”.
NDR : Le ricostruzioni sono state realizzate da IA, mentre l'immagine del dipinto ad olio su tela del XVIII secolo è di proprietà privata a Grottammare, per gentile concessione. Raffigura San Nicola che salva i naufraghi aggrappati a un legno e dispersi in mare. Loro si rivolgono a lui e il Santo intercede affinchè siano avvistati e salvati . San Nicola di Bari è difatti considerato il Protettore e Patrono dei naviganti. A sinistra ci sono i naufraghi disperati, mentre a destra alcuni marinai li avvistano, indicano e remano per andarli a salvare .
L’antico faro di Grottammare. Sul punto più alto dell’antico abitato cinto di mura, quello cioè chiamato Monte-Castello o Girone, che sino alla fine del ’600 si mantenne in buono stato, ancora oggi si possono ammirare le antiche fortificazioni (almeno quelle rimaste) che circondano la rocca dalla parte di tramontana, mezzogiorno e ponente. Una preziosa testimonianza dell’Anonimo Tennacriano che risale al 1783 dice: “... nella più eminente elevazione di esso Castello ergeasi un’altissima Torre, o sia Fanale con scala a lumaca per scorta de’ Naviganti in tempo di notte, la quale perché minacciava rovina fu per ordine della Sacra
Consulta nel 1766 rasata infino alla finestra, che vale a dire infino alla metà. Questa torre guarda di rimpetto nel basso del Lido i smisurati Macigni, Ruderi, e Breccioni, e quel lungo Braccio, che a fior d’acqua si estende dentro del Mare, il quale infallibilmente ci ricorda il famoso Porto dell’antica Cupra Maritima, restatogli il nome di Molo, ed ha per guardia un Torrione, o sia Baloardo posto sulla metà del Paese intatto dalle ingiurie de’ tempj, e vi son due cannoni...”.
Commenti
Posta un commento
Grazie per aver scritto a La Conchiglia Web !