C'era un tempo in cui si viveva di tradizioni, di cose fatte e rifatte dalle mamme, nonne dagli avi ..così la festività del 24 giugno dedicata alla natività di San Giovanni Battista, il cugino di Gesù che ha battezzato il nostro Salvatore - fu usata nei primi anni del Cristianesimo per sostituire alcuni riti pagani del solstizio d'estate del 21 giugno. Per una comunità di stampo agricolo-marittimo come quella del nostro territorio era molto importante il periodo solstiziale. Il sole agli uomini antichi appariva più alto nel cielo e certamente più vigoroso e forte, luminoso. Da quel giorno in poi sembrava che il sole iniziasse la sua lenta discesa fino al punto più basso verso il solstizio d'inverno. Diciamo anche che la raccolta del grano era importantissima perché significava pane e quindi sopravvivenza in un'epoca in cui utilizzare altri tipi di cibi era sicuramente più complicato, per questo l'importanza del solstizio d'estate, il momento in cui il sole ha il suo clou che coincide guarda caso con la raccolta del grano e quindi con la sopravvivenza. Associare una stagione climatica ad un ciclo agricolo evocava un rito, un culto, nello specifico alla Dea Madre, che dir si voglia Cibele o Cerere.
Questo culto era diffuso in tutto il bacino del
Mar Mediterraneo in epoca protostorica. A Grottammare fino ai primi del ‘900 le
donne andavano il mattino presto del 24 giugno, a “passare l’acqua”, ossia a
bagnarsi le gambe in gruppo sulle rive del mare, con grande festa da parte di
curiosi uomini; Nella notte tra il 23-24 giugno si poneva all’imbrunire una
catinella fuori dall’uscio, dove erano posti profumati petali di rosa o gialli fiori
di ginestra, ma anche rosmarino, basilico ed alcune erbe cosiddette “magiche”.
La mattina dopo quell’acqua naturalmente odorosa e profumata veniva usata dalle
donne per lavarsi viso e corpo, credendo che durante la notte fosse accaduta
una “magia”.
Oggi queste cose ci fanno onestamente sorridere, eppure ancora oggi c’è qualcuno che ci crede ed esegue questo rito, che per taluni viene considerato una sorta di stregoneria. Si tratta di animismi risalenti alla preistoria, quando si credeva di spiegare gli eventi come: pioggia, caldo, freddo, vita, morte, ricchezza, povertà, salute , malattia con gesti o magie che avrebbero animato gli alberi e gli spiriti dei boschi ed evocato misteriose forze naturali che avrebbero portato “fortuna”. Nella notte di San Giovanni si narrava che gli animali parlassero e i bambini con pazienza aspettavano che il dialogo iniziasse, ma i cani continuavano ad abbaiare, i gatti a miagolare, così delusi, si addormentavano. Sicuramente i riti agricoli di passaggio del solstizio erano collegati con l’acqua ( culto idrico) infatti vennero associati dalla Chiesa con San Giovanni il Battista, il “Battezzatore”, volendo trasferire la superstizione alla fede ed elevarne il significato.
Vi diciamo i tipi di erbe
da preparare per l’ “Acqua di San Giovanni” , rito inutile senza senso, da conoscere come
tradizione: fiori di camomilla, fiordaliso, papavero, rose ( rigorosamente
raccolti dopo il tramonto), ma anche “conditi” con erbette spontanee e non :
artemisia, malva, menta ( fiori e foglie), rosmarino, salvia, lavanda, iperico.
Vi assicuriamo che l’acqua sarà davvero profumata e gradevole per abluzioni, ma
solo questo!
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