Di Susanna Faviani
Pentole di coccio antiaderenti in cucina, olio e vino in anfore, condimento con salsa di pesce, fornelli e cenette al lume di “lucerna”.. non stiamo parlando di un ristorante stellato in borgo, caratteristico e a picco sul mare, ma di come cucinavano i romani abitando nella città di “Cupra Maritima”. Sono queste e molte altre, le risultanze curiose ed interessanti dello studio eseguito dall' Università Orientale di Napoli sul Parco Archeologico di Cupra esposte l’11 luglio.
Nell’attuale Parco Archeologico di Cupra c’è stata una continuità di vita, perché troviamo un portico quadrangolare probabilmente riutilizzato trasformandolo in basilica paleocristiana, che prima forse era il tribunale cittadino o basilica curiale. La presenza paleocristiana si evince anche da una piccola lucerna, con la faccetta di un fauno, sui cui fianchi laterali abbiamo dei pesciolini, il pesce si sa è un simbolo cristiano.
Il termine "pesce" in greco è "ιχθύς" (ichthys). Questo termine ha un significato importante per i primi cristiani, poiché è un acrostico, ovvero le lettere iniziali di una frase in greco che significa “Jesous Kristos [Theou] Yios Soter” (“Gesù Cristo Salvatore [figlio di Dio]”).
Pertanto, il "Pesce" (ichthys)
diventa un simbolo grafico segreto per i cristiani, un ideogramma.. usato specialmente
durante le persecuzioni, e verrà spesso utilizzato nelle catacombe e come segno
di riconoscimento ed appartenenza.
Azzardiamo l’ipotesi che la piccola lucerna ritrovata a Cupra possa essere di utilizzo funerario paleocristiano, infatti la valenza simbolica è fortissima: il defunto ritrova nel buio della notte la Luce di Cristo e ciò spiegherebbe anche - come sottolineato dalla ricercatrice dell’Università – l’utilizzo di olio di scarsa qualità, che ha annerito notevolmente la lucernetta, ciò verrebbe spiegato da un utilizzo funerario, non domestico o quotidiano. Del resto oggi i nostri defunti, non hanno forse le lampade votive ? Il mondo alla fine non è cambiato molto !
Interessante, come detto all’inizio, la smaltatura che alcune pentole avevano, per non far attaccare i cibi al fondo..ne più né meno delle nostre moderne pentole antiaderenti!
La scelta del sito, fresca in estate e riparata in inverno, a picco sul
mare, che era avanzato rispetto ad oggi, grossomodo arrivava dove passa la
Strada Statale 16 – dimostra quanto i nostri avi sapessero scegliere luoghi fertili,
belli, baciati dal sole e dal mare, immersi nella natura.
I giovani ricercatori
dell'Università Orientale hanno spiegato i vari ritrovamenti e la risultanze
dello studio ai turisti presenti e il sindaco di Cupra Marittima Alessio
Piersimoni ed altri membri della Giunta comunale si sono detti molto
soddisfatti di quanto il parco archeologico di Cupra possa offrire.
Ma c'è ancora tanto da scoprire : per esempio sotto la casa colonica lo
scavo si presenta molto basso rispetto al terreno quindi c'è ancora molto di
cui meravigliarsi.. solo se si impiegassero più fondi per l’archeologia , cosìcchè
il nostro passato sarebbe ancor di più disvelato.
|
Commenti
Posta un commento
Grazie per aver scritto a La Conchiglia Web !